L’intelligenza emotiva (Solavey e Mayer 1990), monitorare le sensazioni proprie e quelle degli altri discriminando vari tipi di emozione. Goleman, l’intelligenza non è tutto; caratterizzare il nostro comportamento e la nostra personalità è una miscela in cui il quoziente intellettivo si fonde con virtù quali l’autocontrollo, l’empatia e l’attenzione agli altri.
La prevenzione del disagio si può attuare anche con persone il cui talento intellettuale possa essere fragile.
La famiglia è di sicuro il contesto in cui i bambini e ragazzi apprendono la vita emotiva, attraverso ciò che i genitori agiscono non a ciò che dicono o ai modelli che gestiranno le emozioni dei bambini adolescenti. Se i genitori sono bravi genitori, ma non perfetti, saranno di sicuro un aiuto per i propri figli. Se un bambino/adolescente comprende quali sono le proprie emozioni, porterà sicuramente relazioni positive alle persone che incontra; l’alessitimia non fa parte di ciò che i genitori vogliono dare ai propri figli.
A scuola ci può essere una prevenzione? Rogers dice: in un clima favorevole alla crescita, l’apprendimento è più profondo, procede più rapidamente, in quanto nel processo è investita l’intera persona, con sentimenti e passioni al pari dell’intelletto. Non si può avere un buon apprendimento se non c’è intensificazione emotiva. L’alessitimia è un fattore a rischio, purtroppo la scuola non sempre riesce a comprendere che l’intelligenza emotiva è da condividere a scuola e non si deve solo pensare che gli insegnati “insegnino”, non fa parte di nessuno che un ragazzo ascolti ciò che viene insegnato, dovremmo comprendere che non c’è apprendimento in tutto ciò. Insegnare non è apprendere, ma insegnare ad apprendere sì, funziona con tutti.
Spesso il disagio che si sente a scuola è profondo, non permettono a bambini ed adolescenti di vivere adeguatamente le attività per apprendere con successo. Purtroppo poi si arriva al bullismo, o a deficit di attenzione, o ADHA, o rifiuto della scuola. Goleman dice:” gli insegnanti e gli studenti si concentrino sul tessuto emozionale. La strategia consiste nell’utilizzare come argomento del giorno le tensioni e i traumi presenti nella vita dei bambini. Gli insegnati parlano di questioni concrete: del dolore di sentirsi esclusi, dell’invidia e dei contrasti che potrebbero sfociare in una zuffa nel cortile della scuola.”
L’intelligenza emotiva ha 5 aree che devono essere considerate perché possa avvenire nei bambini e negli adolescenti: empatia, motivazione, consapevolezza di sé, autocontrollo, abilità sociali. Queste abilità possiamo trovarle anche potendo utilizzare la Mindfulness e il respiro consapevole con i ragazzi; empatia per distinguere ciò che provano gli altri, coltivare la fiducia negli altri; motivazione guidare se stessi senza dare giudizi ne a voi ne agli altri; consapevolezza di sé, guidare i processi decisionali che ognuno di noi ha; autocontrollo, gestire le proprie emozioni nel bene e nel male; abilità sociali, interagire fluidamente con gli altri per lavorare bene anche in equipe. Nella Mindfulness troviamo il relax che vi serve per tranquillizzare, il respiro consapevole, la presenza (qui e ora), l’accoglienza nel cuore, la gratitudine che tutti devono avere, tutto ciò che serve nell’intelligenza emotiva.
L’autoconsapevolezza aiuta tutti ad introdurre l’alfabetizzazione emotiva che è significativa, è parte di tutti ed è predominante. Sapere cosa ci succede dal punto di vista emotivo è altamente educativo, è un confronto con me e con l’altro, non ci deve essere un giudizio per nessuno è una presa d’atto.
Valorizzare l’intelligenza emotiva e l’alfabetizzazione emotiva serve per comprendere ognuno di noi, dare la possibilità di ascoltare e recuperare conflitti serve a dare un benessere che deve sempre esserci.