Pur troppo l’urlo nei genitori e negli insegnati fa paura e rabbia a chi lo riceve, ciò che bisogna fare è imporsi con il cuore, l’empatia, la responsabilità di chi abbiamo di fronte.
Spesso come genitori o docenti siamo stati tentati di alzare la voce, queste situazioni capitano spesso, fatica e stress si combinano.
Pur troppo educare con le urla non serve a nulla, ciò che provoca negli altri sono emozioni devastanti.
Non che un genitore a volte non possa urlare, ma un conto è educare con le urla e un conto è a volte arrabbiarsi anche urlando. “Mia figlia (quando aveva 5 anni), mentre ero in macchina mi ha fatto innervosire, io mi arrabbio e urlo a lei, con la pacatezza di una bambina mi dice, mamma ora che hai urlato se me lo spieghi con più calma forse potrei capire.!!! Io, con più calma, le ho spiegato la mia rabbia…Ha capito benissimo”.
Quando ci arrabbiamo la nostra fatica aumenta e anche lo stress, la nostra disperazione supera il limite, ma attenzione educare con le urla chiude il pensiero di ognuno di noi. Pur troppo urlare da genitori o da docenti è una cosa che si porta all’interno di noi, i nostri genitori l’hanno fatto con voi, ma stiamo attenti che non è l’unico modo di insegnare ai ragazzi. Educare senza urlare è necessario.
Quando si insegna agli altri (da genitori o docenti), se lo facciamo senza urlare ha sicuramente un impatto positivo. L’autostima di chi abbaiamo di fronte aumenta, la comunicazione non violenta, sa comprendere le connessioni reali.
Spesso però sentiamo che ci mancano le risorse alternative e quindi a volte urliamo, ciò comporta in chi riceve queste emozioni che il rischio che sta correndo attiva il cortisolo (ormone dello stress). L’uso delle urla impedirà a bambini e ragazzi di allargare l’ippocampo (struttura del cervello legata alle emozioni).
Gridare resta comunque una forma di abuso, per cui se a volte ci capita di urlare, poi parliamo con i bambini e i ragazzi e spieghiamogli il perché, con molta calma e cognizione.
Pur troppo bambini ed adolescenti potrebbero sentirsi non amati e disprezzati. Quindi, come quando nell’esempio mia figlia piccola mi dice di non urlare, il grido è privo di qualsiasi utilità, ogni grido causa rabbia e necessità di fuggire.
Per non utilizzare l’urlo come stratagemma educativo potremmo utilizzare altre soluzioni.
Alzare la voce conferma che dal punto di vista del linguaggio non sappiamo chiudere con nulla di positivo, non sarà un linguaggio conforme, forse, la mindfulness ci può aiutare a fermarci un attimo respirando con consapevolezza e potremmo capire se urliamo perdiamo tutto. Entrare in empatia con l’altro ci può aiutare ad avere più pazienza e sentirlo più vicino anche quando pensiamo che stia sbagliando. L’ascolto attivo può fare la differenza.
Quindi educare senza urlare deve far parte di noi e della nostra famiglia, è una scelta consapevole che bisogna attivare per stare meglio.
Con bambini e adolescenti bisogna dare un tempo di qualità, con ordini coerenti e chiedere a loro, nelle loro capacità di sviluppo, di assumersi la responsabilità di ciò che hanno fatto.