Lavorando con i ragazzi sul metodo di studio spesso vengono fatte queste domande sulle mappe che spesso tutti ritengano siano mappe concettuali, in realtà non è proprio così.
Le mappe mentali e concettuali sono dette anche cognitive perché vengono costruite con il testo che stiamo leggendo o studiando.
Le mappe strutturali vengono elaborate con una rappresentazione grafica specifica su un capitolo o un paragrafo: sono più oggettive come mappe, ma forse meno comprensibili per chi le deve esporre.
MAPPA CONCETTUALE (Teorizzate da Joseph Novak)
Secondo una logica connessionista si individuano i concetti che vengono trascritti in “Nodi concettuali”, sagome geometriche, e se ne rappresentano poi le relazioni associative, esplicitate da etichette testuali, sviluppando la mappa in senso verticale con la possibilità di creare anche relazioni trasversali, come se tutto fosse una ragnatela. Domanda focale in alto nello schema, e procedendo dal generale al particolare attraverso relazioni che creano livelli gerarchici tra i concetti.
La struttura reticolare, sebbene prenda le mosse da questa domanda focale, non garantisce dunque la possibilità di individuare sempre un punto di partenza preciso e definito.
La struttura è: concetto – parola legame – concetto. Tutto ciò da una posizione, collegata alle altre alle nuove relazioni, anche trasversali.
La mappa concettuale, dunque, valuta i concetti messi in relazione da collegamenti verbalmente espliciti per creare strutture complesse da riorganizzare e riordinare in momenti successivi.
Non è previsto l’utilizzo di immagini o colori.
MAPPA MENTALE (Teorizzate da Tony Buzan)
Le mappe mentali si basano su 5 leggi precise.
L’idea centrale, è posta al centro della struttura della mappa, permettendo quindi il focalizzarsi del concetto primario da cui la mappa si è evoluta. Dal idea centrale si diramano le cosiddette idee centrali, che costituiscono i concetti principali, individuati tramite associazione diretta con l’idea centrale. Queste vengono poi ulteriormente sviluppate, sempre secondo una logica associativa, in modo organico procedendo verso la periferia dello spazio in cui si sta generando la mappa il tutto deve avere ordini, gerarchici, logici e causali.
La mappa mentale, non sarebbe tale senza la costante attenzione al aspetto grafico della stessa, che prevede l’utilizzo pervasivo di immagini e colori.
Queste sono le caratteristiche dei due tipi di rappresentazione del pensiero. Ultimamente, grazie ad alcune peculiarità delle mappe mentali, è emerso un diffuso interesse prevalente per tale tipologia di rappresentazione del pensiero. Questo perché le mappe mentali presentano caratteristiche tali da potenziare alcune facoltà che resterebbero “dormienti” durante la creazione e l’utilizzo delle mappe concettuali.
La creatività poi lavora sulle nostre immagini, quando si fanno le mappe, e i 5 sensi ci aiutano ad elaborarle. Utilizzando le mappe mentali, vediamo ciò che abbiamo conosciuto al di fuori del testo, per farcelo comprendere al meglio (film, documentari, testi di canzoni, immagini…), sono più evocative ed emozionali; organizzano i concetti e le parole chiave in modo chiaro, ma non per forza razionale come quelle concettuali.
MAPPA STRUTTURALE
Hanno una struttura gerarchica, partono dal testo senza utilizzare nessun dato precedentemente avuto da chi la deve sviluppare. Riprende ed organizza un’attività solo sul testo. Potrebbe essere usata per statistiche peculiari al testo.
QUANDO STUDIAMO, QUALI CI SERVONO?
Quella strutturale può servirci per statistiche che devo utilizzare sul testo.
Quella mentale o concettuale, ad oggi si considera migliore quella mentale, poiché ci pone davanti ad una struttura di metacognizione, serve a rendere il nostro studio più attivo, collegando a ciò che noi già possediamo per riuscire ad apprendere in modo significativo. Ciò che studio oggi, non posso essermelo dimenticato tra una settimana, lavoriamo anche sulla memoria di lavoro. Le mappe servono per organizzare al meglio il materiale di lavoro, per sviluppare, anche nelle materie meno significative, la creatività e la metacognizione. I docenti potrebbero usarle come strumento di supporto. Considerando che comunque gli allievi devono farsene una loro per comprendere il testo studiato.