DSA a scuola è una grossa problematica. Per i docenti che spesso non comprendo la difficoltà di un DSA, e il tempo che comunque a loro serve per rielaborare lo studio che devono effettuare. Ai genitori che spesso che possono essere contro la scuola oppure combattono perché nella scuola si attui al meglio il discorso DSA. Il pedagogista deve concepire ciò che di positivo c’è in entrambe le situazioni per riuscire a dare il meglio di sé, quello che si può dare è un aiuto graduale nel processo di crescita del bambino, dei genitori e anche del docente.
DSA, ovvero disturbo specifico dell’apprendimento (dislessico, disgrafico, disortografico, discalculico).
Un ragazzo DSA, nella stragrande maggioranza, crede che i propri disturbi non facciano parte solo di ciò che c’è scritto nella diagnosi, ma inficiano tutto attraverso una bassa autostima per la difficoltà di essere completamente adeguati nell’impegno didattico per i frequenti insuccessi.
I bambini e i ragazzi DSA sono coscienti del disagio che loro devo affrontare a scuola e a volte sono rinunciatari, quando non lo sono l’impegno è straordinario, nonostante i voti spesso non positivi. Una volta spesso i bambini o i ragazzi venivano additati come incapaci o svogliati, si distraggono troppo e non restano attenti alla lezione; i genitori vedevano fallire le aspettative.
Fortunatamente negli ultimi 20 anni gli studi effettuati hanno permesso di dare un nome a questo disturbo, nella speranza che tutti possano comprenderlo, genitori e docenti. La legge 170 del 8 ottobre 2010, con varie sottoscrizioni ancora quest’anno. L’intento è quello di tutelare le persone diagnosticate DSA, mantenendo il fatto che i ragazzi a scuola si devono impegnare e non devono pretendere valutazioni positive solo perché sono DSA, vale il fatto che le verifiche devono essere adeguate, soprattutto per il tempo. Agli esami il tempo è comunque più lungo.
I ragazzi DSA non hanno bisogno dell’insegnante di sostegno, sono ragazzi che hanno un’intelligenza nella norma, alcuni hanno anche un quoziente intellettivo sopra i 135, ma con difficoltà scolastiche perché l’autostima e le emozioni che uno prova a scuola sono devastanti.
Pedagogia e DSA perché debbano stare insieme?
Pedagogia oggi: disciplina che studia i problemi relativi all’educazione e alla formazione dell’uomo, avvalendosi dell’apporto di numerose altre scienze (psicologia, antropologia culturale, sociologia, ecc.), allo scopo di indicare i principi, i metodi, i sistemi su cui modellare la concreta prassi educativa. Detto ciò, il pedagogista, con un intervento graduale tra figli e genitori, sfrutta la creatività di chi ha di fronte in modo che tutti possano essere più creativi, la creazione e la metacognizione sono una grandissima risorsa.
La metacognizione e la creatività, prendono in considerazione tutti gli elementi presenti nel campo specifico, che possono aiutare a stare bene venendo utilizzati per la buona riuscita dell’intervento. Così l’intervento olistico che viene effettuato dà unicità ai clienti.
Ognuno di noi è unico, per cui intervenire con genitori, docenti, bambini e ragazzi DSA può servire a dare il meglio a ciascuno.