Dal punto di vista di un percorso che possa aiutare queste persone ci sono molti psicologi e psicoterapeuti che hanno studiato le patologie neurodegenerative ed il cervello (nel 2000 Cicerone, nel 2009 Bergamaschi, Signorelli, Cesaro ed altri ancora).
Da pedagogista li si può aiutare pensando di rallentare il più possibile la perdita delle capacità cognitive, utilizziamo comunque una parte attiva del loro cervello per avere più corrispondenza anche sul linguaggio.
Effettuare compiti specifici per una ventina di incontri aiuta a diminuire il deterioramento del cervello.
Le cerebro lesioni acquisite spesso possono avere risultati spettacolari, e anche chi è all’ inizio dell’alzheimer può ottenere risultati sulle competenze ancora integre, facendo in modo di tenerle è più attive.
Spesso le patologie per la demenza possono avere un disturbo afasico, cioè sul linguaggio. Il lavoro deve partire dalla metacognizione per promuovere l’autoregolazione nella vita giornaliera per acquisire la regolazione delle proprie capacità cognitive.
Dal punto di vista cerebrale lavoriamo su ciò che è la riserva cognitiva (valutata da Stern), che è un processo attivo con una attivazione dinamica che prosegue tutta la vita, non lavoriamo sulla riserva cerebrale che è passiva da fattori genetici ed ambientali. La riserva cognitiva è la qualità degli apprendimenti con le abilità e le conoscenze in tutta la vita, legata ai processi neurobiologici di apprendimento.
Il lavoro che bisogna fare è un lavoro compreso di analisi di ciò che un cliente ha al momento e riattivare la riserva cognitiva che da li in poi lo può aiutare a migliorare la sua situazione o a cercare di rendere più lenta la demenza.